Art + Activism

10 domande ad Alfredo Meschi, artista contemporaneo ed artivista, che ha l’intero corpo ricoperto da migliaia di piccole X.

1) Quanti sono i tuoi tatuaggi?

Sono quarantamila X, per la precisione un centinaio di X in più, che sono quelle che scendono lungo le mani ed i piedi. Ma il numero che uso come riferimento per la mia arte è, appunto, 40.000

2) Come hai fatto a contarle? 

Attraverso gli stencil, la mia pelle è stata tappezzata da centinaia di stencil, ognuno composto da 225 X. 

3) Quante ore di aghi sulla pelle? 

100 ore.

4) Chi te le ha tatuate? 

Stefano Cabula ha tatuato oltre il 90% della mia pelle, Manuela Ruiu, la sua compagna nell’arte e nella vita, ha tatuato il resto.

5) Quanto tempo è durato l’intero percorso? 

Circa due mesi, andavo in studio a Bosa, la cittadina sarda dove abitavo, tutte le mattine. Volevo raggiungere in breve tempo il numero 40.000.

6) Hai altri tatuaggi? 

No. Fino alla soglia dei cinquant’anni la mia pelle era vergine. Sono passato da zero tatuaggi a… quarantamila!

7) Perché hai scelto di tatuarti così estensivamente? 

Perché cercavo un mezzo artistico che mi permettesse di comunicare, con un linguaggio non verbale, attraverso molteplici letture dello stesso numero, la crisi che la nostra civiltà sta vivendo.

8) Puoi fare degli esempi? 

Quarantamila sono gli animali macellati in un solo secondo nel mondo, per soddisfare l’insano appetito di una parte privilegiata della popolazione. Contemporaneamente, ogni giorno, muoiono di fame quarantamila bambine e bambini. Ho riunito nel mio Manifesto, che è possibile leggere sul nostro sito,  una lunga lista di follie della nostra cosiddetta civiltà, attraverso appunto altrettante letture del numero quarantamila. Ne emerge una fotografia su pelle di un mondo al collasso. Una performance permanente, un manifesto totale, un urlo silenzioso, un appello. L’ultima lettura offerta dalle quarantamila X è però un messaggio di speranza.

9) Che reazioni ha suscitato e suscita la tua arte? 

Devo distinguere fra le reazioni sui social e quelle nella vita “reale”. Sui social sono ambivalenti, molta stima ed apprezzamento da ogni angolo del pianeta, insieme a decine di migliaia di insulti. 

Nella vita fuori dai social, fortunatamente, solo stima e rispetto.

10) Il progetto che porti in tour si chiama “In the blink of an eye”, puoi presentarcelo? 

Dopo pochi mesi dal completamento dei tatuaggi, le immagini del mio corpo sono diventate virali, grazie anche al supporto di celebrities come Moby e Kat Von D. Ho iniziato da lì a poco a ricevere selfie di persone che, un po’ in tutto il mondo, avevano deciso di tatuarsi le “mie” X. Insieme ad un fotografo di fama internazionale, Massimo Giovannini, abbiamo quindi deciso di ritrarre, con un potente bianco e nero, queste persone e le loro X. Abbiamo avuto l’onore di presentare le prime 220 persone con una performance in uno dei più importanti musei di arte contemporanea, il Macro Asilo di Roma. Il nostro obbiettivo è raggiungere quota 4.000 persone, tatuate e ritratte, con una performance senza precedenti che riunisca arte contemporanea, tattoo art, fotografia e artivismo. 

intheblink ofaneyeCommenta